Agcom, prima stretta sulla pirateria in Internet

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  1. PsynfecteD
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    Agcom, prima stretta sulla pirateria in Internet

    [ZEUS News - www.zeusnews.com - 17-12-2010]

    L'Autorità potrà ordinare l'oscuramento dei siti che indicizzano materiale protetto. Ma gli utenti del P2P sono salvi.


    L'Agcom ha approvato la prima versione della norma che regolerà la repressione della pirateria in Internet.

    Rispetto alla bozza iniziale, che metteva al centro le attività degli utenti (gli ISP avrebbero dovuto consegnare il traffico all'Autorità e bloccare le porte usate per il peer to peer) ora nel mirino ci sono i siti.

    Ogni procedimento contro una possibile violazione del diritto d'autore partirà dal detentore di questo diritto, che potrà richiedere ai siti in violazione il materiale incriminato.

    Questo potrà essere costituito da file pirata ma anche solo dall'indicizzazione di materiale illegale: questa parte della norma riguarda per esempio tutti quei siti che fungono da motore di ricerca per BitTorrent.

    Se i gestori del sito, contattati, faranno finta di niente per 48 ore, il detentore dei diritti potrà rivolgersi all'Agcom, la quale rinnoverà la richiesta di rimozione e, se non otterrà soddisfazione, provvederà a infliggere la punizione a norma di legge (nel particolare il comma 31 della legge 249 del 1997).

    Vi è poi un'ulteriore azione che l'Agcom potrà intraprendere, in particolare contro i siti stranieri che sfuggono alla legislazione italiana: l'oscuramento.

    Sono due le strade possibili: l'Autorità potrebbe intervenire in prima persona richiedendo il blocco tramite DNS dei siti in violazione o limitarsi a pubblicare una lista di detti siti, lasciando poi ai vari ISP il compito di oscurarli.

    In questo secondo caso, però, i provider rischiano di assumere la scomoda posizione di complici di chi ha violato il copyright, qualora non intervenissero più che tempestivamente.

    Quale sarà la strada indicata dal testo definitivo della norma sarà l'audizione che avverrà nei prossimi 60 giorni a deciderlo: per due mesi, infatti, il testo sarà nella fase di consultazione pubblica, durante la quale tutti gli interessati potranno esprimere il proprio parere.

    Solo alla fine di questo periodo avverrà la votazione che approverà il testo definitivo.

    Per Corrado Calabrò, presidente dell'Autorità, il testo approvato oggi "è una sintesi efficace tra le contrapposte esigenze di tutelare la libertà della rete e la titolarità dei contenuti".

    La norma non prevederebbe infatti "alcuna forma di controllo sugli utenti o di censura del web" ma collocherebbe l'Italia "tra gli esempi più moderni e avanzati, facendo proprio l'approccio che considera il mercato unico digitale come la 'quinta libertà' il cui sviluppo va considerato prioritario".

    Enzo Mazza, presidente della Fimi, considera il testo di Agcom "molto importante per contrastare i siti pirata sostenendo così la crescita dell'offerta legale".

    Vi sono però altri che avanzano dei dubbi, primo fra tutti Nicola D'Angelo, consigliere di Agcom, il quale due giorni fa già si chiedeva "Chi controllerà il controllore?".

    L'Agcom, cui secondo questo testo spetta il controllo del rispetto delle norme, è un'autorità amministrativa, non giudiziaria: manca di tutte quelle regole che forniscono una garanzia agli accusati.

    Il rischio che Agcom si trasformi in uno "sceriffo del web" senza che alcuno possa fermarlo non è poi così remoto.

     
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