Open Office, futuro di libertà

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    Open Office, futuro di libertà

    Ultimatum a Oracle: o collabora, o verrà cambiato anche il marchio. E così, la suite office open per eccellenza, spiccherà il volo con le sue ali. Ci sono già supporter importanti


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    Update: L'articolo è stato modificato per chiarire la portata della decisione del nuovo comitato di indirizzo di Document Foundation riguardo ai formati proprietari. Come ribadito da Charles Schultz su Groklaw, in ballo ci sono esclusivamente i plugin sviluppati per OOXML, non il supporto a formati consolidati (ma comunque chiusi) già presenti in OpenOffice.

    I volontari di OpenOffice.org avevano iniziato a pensare a come riorganizzare la suite open source subito dopo l'acquisto di Sun Microsystem da parte di Oracle. La risposta che hanno ora trovato è la più logica: cercare l'indipendenza.

    La comunità dei volontari che sviluppano e promuovono OpenOffice.org, infatti, ha annunciato la nascita di una associazione indipendente chiamata "The Document Foundation": l'obiettivo è quello di rendere concreta l'indipendenza prevista originariamente alla sua fondazione, dopo dieci anni di evoluzione con Sun Microsystems come principale sponsor.


    L'acquisto di quest'ultima da parte Oracle era stato presagio di sventura per la community: nessuna parola da parte del nuovo proprietario sul destino di OpenOffice. E le disavventure di OpenSolaris non prospettavano nulla di buono.

    Così i volontari che per anni si sono dedicati allo sviluppo della suite hanno deciso di superare l'impasse di Oracle con una proposta che sa di ultimatum: l'azienda di Larry Ellison è stata invitata ad aderire alla nuova Fondazione e a donare il marchio alla comunità che ha fatto crescere il progetto. In caso contrario verrà adottato il nome LibreOffice, già disponibile in versione beta all'indirizzo libreoffice.org.

    Il marchio Oracle, comparso con l'ultimo aggiornamento, potrebbe aver quindi eseguito una "toccata e fuga".

    L'obiettivo della community, guidata da un comitato ristretto, è quello di eliminare le barriere all'adozione sia per gli utenti che per gli sviluppatori, e fare di LibreOffice la più accessibile tra le suite di produttività. Per far questo annunciato subito l'abbandono del supporto a formati proprietari come OOXML (disponibile fino a questo punto solo con plugin sviluppati da terze parti) a favore di Open Document Format, con l'intenzione di collaborare con OASIS alla prossima evoluzione dello standard ISO. Restano naturalmente disponibili estensioni consolidate, già da tempo supportate dalla suite.

    Richard Stallman, Presidente della Free Software Foundation, ha sottolineato proprio l'importanza di questa scelta: "Sono felice di sapere che non raccomanderà l'uso di estensioni non libere, che in questo momento rappresentano il principale problema di OpenOffice". Tra i supporter della nuova fondazione Google, Novell, Free Software Foundation, Open Source Initiative e gli altri protagonisti della comunità dell'open source e del free software.
     
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