Steve Jobs scambia una serie di mail forti con un giornalista

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  1. Jako24
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    Che Steve risponda alle mail mandate dagli utenti questo lo sapevamo già. Non si era mai visto/sentito, però, che il CEO di Apple scambiasse diverse mail con una persona. Il fatto è accaduto tra un giornalista e Steve Jobs, per l’appunto. Rayan Tate, questo il suo nome, ha deciso di scrivere una mail dopo aver visto l’iPad. Il breve messaggio faceva riferimento al senso di “rivoluzione” secondo Apple, fenomeno che secondo il giornalista non si è verificato con l’iPad. I toni usati sono stati molto alti e non è stato di certo un dibattito normale!
    La mail, inviata inizialmente dal giornalista, esprimeva alcuni pensieri sull’iPad.

    La rivoluzione vera è la libertà.

    Dopo qualche ora di silenzio, Steve non ha di certo evitato di rispondere alla “provocazione” lanciata.

    La liberà che offriamo è quella da programmi che rubano dati privati, che uccidono la batteria e dal porno. I tempi cambiano e ogni volta che questo
    succede la gente che si occupa di PC tradizionali si sente mancare la terra sotto i piedi.

    La risposta del blogger che, tanto per informazione, è la stessa editrice di Gizmodo (nel mirino da alcune settimane per il caso del possibile iPhone 4G ritrovato), è stata piuttosto pesante con termini non proprio adeguati ad un giornalista. Tale, inizialmente, ha parlato della vicenda sulle imposizioni applicate da Apple per quelle persone che vorrebbero fare qualcosa di innovativo ma che devono rispettare le regole dettate dall’azienda.

    E per quanto riguarda il porno, non voglio libertà dal porno. Il porno va benissimo e penso che anche mia moglie sia d’accordo.

    Dopo una nuova risposta del CEO, che ricordava le diverse società che stanno creando applicazioni in Cocoa, Tate ha replicato così:

    Lo fanno solo perché erano obbligati a farlo e questa non è libertà.

    Ecco invece la risposta di Steve.

    Non devono pubblicare per iPad se non lo vogliono fare. Sta di fatto che invece vogliono farlo. Le applicazioni per riviste saranno decisamente migliori
    perché saranno scritte in codice nativo. Ma perché ti stai arrabbiando in questa maniera su una questione tecnica? Non si tratta di una faccenda che
    riguarda la libertà, ma di quello che Apple pensa sia meglio per i suoi clienti. Gli stessi utenti, gli editori e gli sviluppatori possono fare quello che vogliono,
    pubblicare o no per iPad. Non sono obbligati a farlo se non vogliono.

    Il blogger che, molto probabilmente, aveva perso le staffe, si è lasciato piuttosto andare paragonando il sistema di Apple uguale a quello di Microsoft che, tempo fa, imponeva agli sviluppatori di scrivere per le API di Win32. Ecco altre delle sue parole espresse a riguardo.

    Cupertino vuole imporre la sua moralità sul porno, sui segreti industriali, sull’integrità tecnologica nel senso più deviato del termine.

    E riferendosi al caso di Gizmodo e dell’iPhone 4G dice:

    Non mi piace che gli accalappiacani (letteralmente NDR) di Apple sfondino le porte dei miei colleghi di lavoro.

    La risposta finale di Steve è stata molto chiara e diretta.

    Ti sbagli, nessuno ha sfondato nessuna porta. Ti fidi di blog malinformati. E per quanto riguarda Microsoft credo che abbiano tutto il diritto di imporre le
    regole che vogliono; se alla gente non piace, possono scrivere per una diversa piattaforma o comprarne una diversa. Cosa che per altro sta succedendo.
    Per quello che ci riguarda, quel che stiamo cercando di fare è di creare e preservare l’esperienza utente che abbiamo immaginato. Puoi sicuramente non
    condividere la nostra visione, ma le nostre intenzioni sono oneste. Per inciso: da parte tua che cosa hai fatto di così rilevante? Ti occupi di fare qualche
    cosa o ti limiti solo a criticare il lavoro degli altri sminuendo le loro motivazioni?


    Lo scambio di “opinioni” è durato circa un’ora e mezza e, considerando il tempo a dispozione che ha il CEO Apple per rispondere alle mail dei suoi consumatori, sembrerebbe essersi dedicato soltanto a questo caso! Bisogna però evidenziare che, a differenza di Tate, i termini usati da Steve sono stati molto più contenuti. Voi che cosa ne pensate? Siete d’accordo su quanto detto da Jobs o pensate che, come Tate, Apple stia imponendo le sue regole impedendo uno sviluppo ancora maggiore agli strumenti che attualmente fornisce? A voi la parola!

    Fonte: iSpazio
     
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